Dedicata a Sant'Eustachio fu costruita verso l’inizio dell’XI°secolo come insediamento monastico, proprio sul panoramico colle che sovrasta Nervesa (della Battaglia, nome attribuito dopo le cruente battaglie del Piave della prima guerra mondiale).Grazie alle ricche dotazioni di Rambaldo III°, signore e conte di Treviso, l'insediamento originario accresce d'importanza e diviene sede di un importante cenobio di monaci Benedettini-Cassinesi ed assoggettato all'ordine direttamente controllato dal papato.Con i potentissimi conti di Collalto, le cui proprietà si estendevano per gran parte dell'alta provincia di Treviso e su tutto il Montello, il monastero diviene una importantissima Abbazia meta di pellegrinaggi e "ritiri" per i potenti personaggi locali oltre che luogo di fede per le genti del Montello e della pianura d'innanzi.La guerra Guelfo-Ghibellina del 1229 non trascurò nemmeno quest’oasi di fede, anzi fu pretesto per distruzioni e saccheggi, e vide tra i protagonisti Azzo d'Este ed Ezzelino III° da Romano che a quel tempo stava per imporsi come il più importante personaggio dell'orizzonte veneto e cardine della svolta filosofico-politica tra profondo medioevo e prime luci rinascimentali.Una seconda distruzione avvenne durante la guerra tra le truppe imperiali Ungare e le armate della signoria Trevigiana nel 1358. Come sempre gli instancabili monaci non si persero d'animo e ristrutturarono ed abbellirono prontamente l'abbazia.Quindi il lungo periodo di pace proprio mentre si rafforzava prepotentemente il "dominio di terra" della Serenissima (Venezia). Ospiti illustri si ritirarono tra le austere mura monastiche, tra cui Monsignor Della Casa.Fu quello del 1509 l'anno più critico per la Serenissima, una grande crociata, la lega di Cambrai, capeggiata da Massimiliano II° d'Austria, devastò il Veneto e s'infranse sulle possenti difese erette a Padova e a Treviso. Venezia fu ad un soffio per essere conquistata e distrutta.Anche a seguito di questi avvenimenti, nel 1521 si ebbe una gravissima crisi istituzionale tra repubblica ed istituzioni religiose. L'abbazia venne soppressa e sciolto il monastero; gli edifici furono ridotti a semplice luogo di culto. Fu l'inizio del decadimento e dell'inevitabile rovina.Nei primi anni del 1800 il colpo di grazia dovuto all'invasione napoleonica e al successivo palleggiare tra governo austriaco e Regno Italico. Tutti i diritti religiosi e furono aboliti e le proprietà ecclesiastiche confiscate e spogliate; gli ormai vetusti muri di quella che fu una splendida abbazia vennero abbandonati all'incuria e alla rovina.Infine le grandi battaglie della I guerra mondiale, tra il Piave ed il Montello (l'ossario del Montello si trova a poche centinaia di metri), ridussero quel che restava ad un fatiscente e struggente ammasso di rovine, buono come cava di materiale da costruzione.
L'Abbazia di Follina
L'Abbazia di Follina è uno dei più rilevanti esempi di architettura tardo- romanica tendente al gotico, presente nella Marca Trevigiana. A pianta a croce latina a tre navate e cinque maestose arcate, come tutte le chiese cistercensi, la basilica è orientata con la facciata a ponente e l'abside a levante. Gli elementi che la caratterizzano maggiormente sono i grandi portali lignei raffiguranti i sette Santi fondatori, un bel rosone centrale e un affresco del '500 raffigurante La Beata Vergine con Bambino e Santi. L'interno, austero e armonioso in stile romanico-gotico, è suddiviso in navate da un colonnato gotico a più arcate a sesto acuto. Una fascia affrescata percorre la navata centrale e l'arco di trionfo i cui elementi decorativi si alternano a stemmi abbaziali.Il monastero di Follina ha origini incerte. Sappiamo che una comunità di monaci cistercensi proveniente dalla casa madre di Chiaravalle Milanese nel pieno dell'azione di Bernardo di Clairvaux, si insediò a Follina. Grazie alle donazioni lasciate dalla famiglia dei Da Camino a partire dal 1170, i monaci praticarono attività di follatura della lana, della bonifica e della giurisdizione del territorio, con possedimenti tra il Piave ed il Livenza fino a raggiungere anche il Cadore. Ai piedi del presbiterio troviamo una lastra sepolcrale a memoria di Sofia da Camino che testimonia le sue donazioni. I secoli di maggiore splendore sono il XIII e il XIV, durante i quali si delinearono l'abitato monastico, il chiostro e la chiesa nell'aspetto attuale. Nel 1448, questioni politiche spinsero la Repubblica Veneta a chiedere a papa Nicolò V la soppressione dei cistercensi e istituirono l'ufficio della commenda e nel 1771, la Serenissima decise di sopprimere, per mancanza di monaci, la comunità di Follina. Da questo momento ha inizio il decadimento degli edifici conventuali, dopo la loro acquisizione da parte di privati, si salvava soltanto la chiesa. Nel 1902 venne eseguito un progetto di restauro e ricostruzione, parte dallo scultore Paolo Possamai. Nel 1915 il mons. Caroli e i Servi di Maria, ripristinarono la tradizione conventuale. Solo al termine della prima guerra mondiale, iniziarono i definitivi e radicali lavori di restauro che ridonarono le linee primitive della chiesa e del monastero. Il 10 agosto 1921 papa Benedetto XV elevò il santuario e la Basilica.
Padova
Città di grandi tradizioni artistiche e culturali, Padova vanta oltre 3000 anni di storia, che hanno lasciato in eredità alla città una miniera di monumenti di grande valore storico-artistico. L'itinerario classico cittadino, che consente la visita in una sola giornata dei principali monumenti e luoghi di grande interesse, inizia da Piazza Eremitani dove si trovano la Cappella degli Scrovegni capolavoro di Giotto, i Musei Civici Eremitani, la Chiesa degli Eremitani (con affreschi di Guariento, di Giusto de' Menabuoi e Palazzo Zuckermann custode del Museo d'Arte - Arti Applicate e Decorative, e Collezione Bottacin.Si prosegue poi con Caffè Pedrocchi , l'Università il Bo', una delle più antiche d'Europa con il famoso cinquecentesco teatro Anatomico e la cattedra di Galileo Galilei, Palazzo della ragione e Piazze circostanti (Piazza delle Erbe, Piazza dei Frutti e Piazza dei Signori) sede di un pittoresco mercato quotidiano. Dalle piazze in pochi minuti si raggiunge il Duomo con il prezioso Battistero del Duomo custode di bellissimi affreschi di Giusto de' Menabuoi.Percorrendo via Soncin e via S. Canziano si ritorna a Piazza Antenore dove c'è il monumento che il poeta rinascimentale Lovato de' Lovati indicò come tomba dell'eroe troiano Antenore, leggendario fondatore di Padova, e non lontano Palazzo Zabarella, antica dimora Carrarese ora prestigiosa sede di mostre ed eventi.Percorrendo via del Santo si giunge alla Basilica di S.Antonio, tempio della fede e scrigno di opere d'arte La Basilica è circondata da altri insigni monumenti quali la statua del Gattamelata di Donatello, l'Oratorio di s.Giorgio capolavoro del Trecento, i Musei Antoniani e la Scuola del Santo. Non lontano dalla Basilica, alla fine di via Cesarotti, sorge il complesso monumentale di Loggia e Odeo Cornaro, splendidi esempi di architettura rinascimentale in Padova.Ritornati a Piazza del Santo si prende via dell'Orto Botanico dove si trova l'Orto Botanico il più antico orto botanico universitario d'Europa fondato nel 1545, e poco oltre Prato della Valle, monumentale piazza ellittica, su cui si affacciano numerosi edifici storici, antichi palazzi
Villa Barbaro - Maser
A pochi chilometri da Asolo, proseguendo verso Cornuda, sorge sulla sinistra Villa Barbaro.Progettata e costruita tra il 1550 ed il 1560 per i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, è da considerare tra i più alti esempi del genio di Andrea Palladio.La Villa nasce da un'insolita e straordinaria collaborazione tra progettista e committenti (raffinati cultori e conoscitori della Architettura classica) che riesce a fondere in un equilibrio esemplare villa, azienda e paesaggio. Costruita in posizione leggermente elevata, su uno scalino ricavato nel pendio del colle, fa coincidere il livello dei giardini con quello di entrambi i piani.La decorazione interna, affidata a Paolo Veronese per gli affreschi ed a Alessandro Vittoria per gli stucchi, sottolinea in modo esemplare, con allegorie e scene simboliche, l'armonia che deve regnare tra l'uomo e la natura.Verso la pianura l'edificio si apre, articolandosi nelle geometrie lineari del giardino, interrotte dalla strada pubblica, proseguendo poi nello scenografico viale alberato che si prolunga indefinitamente verso l'orizzonte.In asse con la strada pubblica, a pochi metri dalla Villa, fu edificato nel 1580, ultima opera del Palladio, il Tempietto che nelle intenzioni di Marcantonio Barbaro doveva fungere, oltre che da oratorio privato, anche da chiesa del villaggio.Costruito sul tema classico del Pantheon romano, fu la sola occasione offerta al Palladio di realizzare un chiesa in quella "forma rotonda" che egli riteneva ideale per gli edifici sacri.
Asolo
Opere di grande valore storico, artistico e culturale, vicoli, palazzi, portici. Tutto in città parla di un passato millenario quasi come tra le sale di un'esposizione permanente, dove è possibile ammirare l'opera unica della natura e del genio dell'uomo. L'idea di un "museo diffuso" trova qui una delle sue migliori espressioni. Asolo conserva un'impronta medievale, raccolta entro le antiche mura e dominata dalla Rocca ,imponente costruzione medievale a guardia dell'abitato in cima al Monte Ricco. Cuore della città si può considerare la centrale Piazza Garibaldi, con la fontana cinquecentesca sovrastata dal leone alato di S. Marco; di qui si possono facilmente raggiungere alcuni dei principali monumenti di Asolo: il Castello , fortezza inferiore nel Medioevo, che fu residenza di Caterina Cornaro e della sua corte rinascimentale; più volte modificato, con la caratteristica originale torre Reata, ospita oggi il teatro dedicato ad Eleonora Duse.Il Palazzo della Ragione ,costruzione del '400 con facciata affrescata dal Contarini (1560) è attualmente sede del Museo Civico . La Cattedrale medievale , storica sede vescovile rimaneggiata nel '700 su progetto di Giorgio Massari, custodisce importanti opere di Lorenzo Lotto (Assunta), Jacopo da Ponte detto il Bassano (Assunta), Sebastiano Bastiani (San Girolamo). Sul lato nord-est dell'adiacente Piazza Brugnoli , dove nell'antichità si trovavano le terme romane, è visitabile l'ultimo tratto dell'acquedotto romano "la Bot" . A dominare la stessa piazza, dall'alto del suo giardino a terrazze, è la settecentesca villa Scotti-Pasini .